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Intervista esclusiva a UNICEF- Progetto Skills4YOUth

 

Durante un recente panel a Fierida, tenutosi a Milano, Sophia Benassila (Education and Skills Building Specialist) e Ludovica Barbato (Skills Building and Job Orientation Consultant) hanno offerto un’importante prospettiva sul lavoro dell’UNICEF e sulla sua collaborazione con il nostro centro di ricerca SaperinRete e la rete Ridap dei CPIA in Italia. L’intervista che segue è il segno una fruttuosa collaborazione e   anticipa la loro partecipazione al prossimo ciclo di #webinarSaperi, in programma a partire dal 9 aprile le cui iscrizioni online sono aperte. 

 

 

Qual è l’approccio dell’UNICEF*nei confronti dell’istruzione dei minori migranti?
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) hanno diritto allo sviluppo fisico, mentale e sociale nonché al diritto-obbligo di frequentare la scuola prima di poter entrare nel mondo del lavoro (artt. 27 e 28 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, art. 34 della Costituzione italiana, D.L. 296/2006, D.L. 47/2017). È cruciale garantire loro l’accesso a un’istruzione di qualità il prima possibile e con coerenza durante la loro permanenza nel sistema di accoglienza. Questo obiettivo diventa ancor più urgente tenendo presente il breve lasso di tempo che hanno prima di diventare maggiorenni e che la maggior parte delle opportunità educative e formative sono gratuite solo per gli adolescenti sotto i 18 anni. Per l’UNICEF è quindi fondamentale garantire ai MSNA un accesso tempestivo alle informazioni chiave sulle opportunità di istruzione e formazione e orientamento professionale. Fin dalle prime fasi della loro inclusione sociale in Italia e durante tutta la loro permanenza nel sistema di accoglienza, è necessario aumentare la loro consapevolezza sui loro diritti e doveri nell’ambito del sistema educativo italiano, sulle proprie competenze e abilità pregresse, sui propri obiettivi professionali, sui documenti e requisiti per entrare nel mondo del lavoro in Italia, nonché sui diritti dei lavoratori e i rischi di condizioni di lavoro irregolari.

Quali sfide principali affrontano i minori migranti nel ricevere un’istruzione di qualità?
Degli oltre 23.000 minori stranieri non accompagnati registrati nel sistema di accoglienza italiano, oltre il 73% ha un’età compresa tra i 16 e i 17 anni. A ridosso del compimento dei 18 anni – che si traduce per molti nell’uscita dal sistema di accoglienza e assistenza riservato ai minorenni – i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e i giovani rifugiati e migranti hanno a disposizione una finestra di tempo molto limitata per dotarsi delle conoscenze e delle competenze necessarie per una transizione di successo all’età adulta e all’autonomia. Quindi, hanno poco tempo per imparare l’italiano, assolvere all’obbligo scolastico e formativo e acquisire le competenze tecniche e trasversali necessarie per entrare nel mercato del lavoro. Le barriere linguistiche, i bassi livelli di scolarizzazione, la mancanza di motivazione e le difficoltà relazionali all’arrivo – spesso esacerbate da traumi vissuti durante il viaggio – possono fare la differenza nella loro scelta di intraprendere, proseguire o abbandonare percorsi di istruzione e formazione. Molti hanno un accesso limitato alle informazioni sui percorsi scolastici, formativi e sulle opportunità di lavoro che offre il territorio in cui sono inseriti. Altri affrontano ostacoli o lunghe procedure per ottenere il riconoscimento dei loro titoli ed esperienze professionali. Inoltre, per molti MSNA e giovani migranti e rifugiati la priorità è trovare lavoro nell’immediato e supportare le loro famiglie nei Paesi di origine. Di conseguenza, sono più esposti all’abbandono scolastico e molti rischiano di diventare facile preda di gruppi criminali o di entrare in reti di lavoro irregolari, con elevati rischi di violenza, abuso e sfruttamento.

Come l’UNICEF collabora con i governi e le organizzazioni locali per migliorare l’accesso all’istruzione per i minori migranti?
Dal 2016, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia è operativo in Italia con un team distaccato dell’Ufficio Regionale per l’Europa e l’Asia Centrale (UNICEF ECARO, con sede a Ginevra), con il mandato di collaborazione con il Governo italiano in materia di protezione, istruzione e inclusione sociale di minorenni e giovani, con particolare attenzione a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio – in accordo con le raccomandazioni e osservazioni conclusive del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Tra gli interventi in ambito educativo e formativo, l’UNICEF collabora con le autorità nazionali, incluso il Ministero dell’Istruzione e del Merito e gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, con l’obiettivo di sperimentare e documentare modelli didattici innovativi volti a facilitare lo sviluppo di competenze, l’orientamento, la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale di minorenni in situazioni di svantaggio, inclusi i minori e giovani migranti e rifugiati.

Quali programmi specifici l’UNICEF ha implementato per sostenere l’istruzione dei minori migranti?
L’azione dell’UNICEF in Italia ha attivato fin da subito la sperimentazione di percorsi innovativi di sviluppo delle competenze di minori e giovani migranti e rifugiati. Tra questi, il percorso UPSHIFT di sviluppo delle competenze trasversali e di educazione all’imprenditorialità, che ha coinvolto dal 2018 al 2021 ragazzi e ragazze migranti e rifugiati/e in laboratori creativi improntati sul learning-by-doing, in cui hanno avuto l’opportunità di analizzare le sfide legate al proprio vissuto e percorso migratorio e trasformarle in soluzioni innovative sotto forma di prodotti o servizi a impatto sociale. Dal 2023, l’UNICEF ha attivato i laboratori Skills4YOUth incentrati sullo sviluppo delle competenze e l’orientamento professionale di MSNA e giovani migranti e rifugiati di 15-24 anni presso strutture di accoglienza e Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) in tutto il territorio nazionale. Si tratta di un’iniziativa che fa parte del progetto “PROTECT – Protecting Children on the Move” finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e volto a rafforzare il sistema di accoglienza in Italia. L’intervento vede coinvolto l’UNICEF e le principali autorità nazionali, tra cui il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’azione è promossa grazie anche alle sinergie con la rete del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) e le Prefetture per il coinvolgimento delle diverse strutture di accoglienza, nonché grazie alla collaborazione con la Rete Italiana Istruzione degli Adulti (RIDAP) dei CPIA sul territorio.
Il progetto ha un duplice obiettivo: da un lato, l’azione implementa laboratori di orientamento professionale direttamente nei centri, in partenariato con Junior Achievement Italia, con protagonisti i MSNA e giovani migranti e rifugiati. Tra i temi principali: i percorsi formativi, i requisiti e documenti necessari per entrare nel mondo del lavoro, i diritti dei lavoratori e i rischi del lavoro irregolare. Ragazze e ragazzi sono invitati a porsi un obiettivo professionale e guidati alla compilazione del proprio CV o alla preparazione a un colloquio di lavoro. Ogni partecipante ha anche accesso a una copia cartacea del Vademecum dell’UNICEF per l’orientamento professionale nella propria lingua. Dall’altro lato, a partire dall’esperienza dei laboratori e dai feedback dei partecipanti, l’UNICEF sta sviluppando un corso e-learning sull’orientamento al lavoro per MSNA e giovani migranti e rifugiati dedicato a operatori, docenti, educatori, mediatori linguistico-culturali e altre figure adulte a supporto del loro processo di inclusione sociale. Il lancio del corso online, della durata di circa 2 ore, è previsto per settembre 2024.

In collaborazione con i principali stakeholder istituzionali e della società civile, questi strumenti sono volti ad assicurare agli interventi una sostenibilità nel lungo periodo.

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Come l’UNICEF coinvolge le comunità scolastiche nel territorio nel supporto all’istruzione dei MSNA?
Nell’azione a supporto dell’istruzione dei MSNA e giovani migranti e rifugiati, l’UNICEF coinvolge attivamente le comunità scolastiche nel territorio, in particolar modo grazie alla stretta collaborazione con la Rete Italiana Istruzione degli Adulti (RIDAP) dei CPIA in cui sono iscritti la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati e giovani migranti e rifugiati.

Questa collaborazione ha già portato all’organizzazione congiunta di eventi, consentendo all’UNICEF di presentare il progetto  Skills4YOUth alla rete RIDAP e di entrare in contatto con strutture e docenti su tutto il territorio nazionale interessati al tema dell’orientamento scolastico e professionale dei MSNA e dei giovani migranti e rifugiati, cogliendone i principali bisogni. Spesso i MSNA cercano una guida nei docenti dei CPIA, che possono aiutarli a compiere delle scelte di formazione e di inserimento lavorativo in modo consapevole e possono motivarli nel proseguire gli studi per raggiungere un obiettivo professionale. Questi docenti, come gli altri attori dell’accoglienza, si ritrovano a ricoprire anche questo ruolo nel loro lavoro quotidiano; quindi, sono felici di ospitare i laboratori Skills4YOUth e di ricevere una formazione mirata sul tema dell’orientamento professionale. L’intervento, insistendo su un tema di comune interesse, facilita il coinvolgimento e lo scambio con e tra i diversi attori in contatto con la figura del MSNA, sia nel mondo scolastico che nel mondo del sistema di accoglienza. Questo incontro tra attori dell’accoglienza attorno al tema dell’orientamento al lavoro, è estremamente prezioso e fondamentale per contribuire a un inserimento tempestivo e di successo dei MSNA e giovani migranti e rifugiati nella società e nel mercato del lavoro, nella promozione, nel rispetto e nella tutela dei loro diritti.

 

Intervista a cura di Giuseppe Trapani 

 

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*L’UNICEF è il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, operativo in Italia dal 2016 con un ufficio distaccato dell’Ufficio Regionale per l’Europa e l’Asia Centrale (ECARO, con sede a Ginevra), con il mandato di collaborazione con il Governo italiano in materia di protezione, istruzione e inclusione sociale di minorenni e giovani, con particolare attenzione a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio – in accordo con le raccomandazioni e osservazioni conclusive del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.