Le “Commissioni Didattiche” nell’istruzione penitenziaria in Lombardia – Report USR
Pubblicato il 11 Aprile 2025
Il documento è stato redatto sulla base del Protocollo d’intesa del 27 luglio 2023 (citato a p. 2), che prevede la raccolta e analisi di dati statistici per promuovere la ricerca e monitorare l’attività delle Commissioni didattiche previste dal DPR 230/2000 artt. 41 e 42 c. 6.
Nel tempo della formazione come diritto permanente e dell’educazione come leva rieducativa e sociale, il mondo carcerario rappresenta un banco di prova particolarmente complesso. La recente ricognizione condotta su scala regionale in Lombardia – su iniziativa congiunta dell’Ufficio Scolastico Regionale, del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e del Centro per la Giustizia Minorile – offre un’analisi accurata e puntuale del funzionamento delle Commissioni didattiche attive negli istituti penitenziari e nell’Istituto Penale per i Minorenni. Nate nel solco normativo tracciato dal D.P.R. 230/2000, le Commissioni costituiscono un presidio educativo e progettuale fondamentale. Esse riuniscono – in un dialogo interistituzionale – i dirigenti scolastici, i direttori degli istituti, i funzionari pedagogici e i docenti, con la facoltà di coinvolgere anche altri attori del trattamento penitenziario, come i rappresentanti della polizia penitenziaria e della formazione professionale. È proprio questo respiro corale e plurale ad emergere come uno dei tratti più significativi del lavoro svolto, nonostante le disomogeneità riscontrate.
Il report fotografa con chiarezza l’andamento del lavoro delle Commissioni durante l’anno scolastico 2023/2024. La frequenza delle riunioni, ad esempio, mostra una dinamica positiva: nella maggior parte dei casi si sono svolti almeno due incontri (oltre il 50%), con alcuni istituti che hanno raggiunto e superato le tre sessioni. Tuttavia, un 37% si è fermato a un solo incontro annuale, segnalando la necessità di strutturare maggiormente la continuità progettuale, soprattutto nei passaggi di verifica e monitoraggio.
Scarica i documenti
- Ricognizione sul funzionamento delle commissioni didattiche degli istituti penitenziari e dell’ipm della Lombardia (pdf)
- Allegato 1 – Questionario sul funzionamento delle Commissioni didattiche negli istituti penitenziari della Lombardia (pdf)
- Circolare Usr Lombardia (m_pi.AOODRLO.REGISTRO-UFFICIALEU.0018322.08-04-2025)
Particolarmente rilevante è la qualità degli ambiti di intervento: quasi tutti gli istituti hanno elaborato un progetto annuale o pluriennale di istruzione, e la grande maggioranza ha messo in atto verifiche periodiche delle attività. Notevole anche la varietà delle attività extracurricolari, che spaziano da laboratori teatrali e musicali a cineforum, corsi di italiano L2 e percorsi di formazione professionale: segno di un’istruzione che cerca di parlare alla persona, oltre che al detenuto.
Il vero nodo di forza, sottolineato da oltre metà delle Commissioni, è però la collaborazione interistituzionale: laddove i soggetti coinvolti riescono a coordinarsi e a operare in modo sinergico, si assiste a una valorizzazione dell’intero impianto formativo. Questi dati si legano a un’altra osservazione significativa: l’offerta formativa viene ritenuta in gran parte coerente con i bisogni dell’utenza, segno di un’attenzione crescente al detenuto come soggetto attivo e non semplicemente fruitore passivo di percorsi imposti.
Tuttavia, permangono criticità strutturali e organizzative. Le più ricorrenti riguardano la disponibilità di spazi, tempi e strumenti – in particolare digitali – adeguati alle esigenze didattiche. Seguono, in ordine di frequenza, la bassa partecipazione degli studenti, dovuta a una molteplicità di fattori esterni all’ambiente scolastico (trasferimenti, udienze, colloqui, salute, ecc.). Non mancano casi in cui anche le relazioni professionali e l’offerta formativa sono percepite come fragili, evidenziando una disomogeneità tra istituti che meriterebbe attenzione e azioni di sistema. Un ulteriore elemento di rilievo è l’attenzione crescente alla verbalizzazione degli incontri (presente nel 79% dei casi), a dimostrazione di una volontà diffusa di costruire memoria condivisa, trasparenza e tracciabilità delle decisioni.
La ricognizione si chiude con uno sguardo costruttivo: rafforzare la frequenza degli incontri, favorire momenti di confronto tra le istituzioni scolastiche e penitenziarie, diffondere buone pratiche, valorizzare le sinergie già attive. L’istruzione penitenziaria, se sostenuta, può diventare un laboratorio privilegiato per ripensare l’educazione degli adulti, la formazione civica e il diritto alla seconda opportunità.
Link USR Lombardia – usr.istruzionelombardia.gov.it/20250408prot18322/