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La progettazione didattica di UDA interdisciplinari: una riflessione teorica

[…] Homines dum docent discunt. Seneca, Lettere a Lucilio, 7,8

 

Le ragioni della cornice 

Nella realtà del secondo livello, la progettazione formativa di unità di apprendimento orientate verso traguardi di competenza interdisciplinari e trasversali richiede la considerazione del valore ineludibile della professionalità docente, che organizza efficacemente l’apprendimento in una cornice strutturata e normativamente definita. L’insegnante deve attingere dai contesti di specifica operatività quotidiana, per alimentare la sua professionalità con esperienze qualificanti. Mettendo in moto una pluralità di situazioni stimolanti e di energie professionali, è possibile produrre un miglioramento della qualità complessiva del sistema istruzione. Inoltre, la cooperazione professionale consente di “legare insieme” metodologie, approcci, prospettive e convinzioni pedagogiche, per strutturare percorsi efficaci, rispondenti agli obiettivi formativi. Occorre dunque intendere la progettazione come uno spazio di esperienza e riflessione, in grado di assicurare la massima integrazione tra i saperi teorici e le pratiche del saper fare.

In questa prospettiva, la progettazione didattica è inquadrabile come momento ex ante dell’azione didattica, che fornisce una struttura ordinata e ragionata, facilmente replicabile. Come nel Decameron di Boccaccio, la cornice continua a costituire l’elemento princeps di mediazione di tutte le prospettive e dei diversi sistemi interpretativi.

 

Il percorso della normativa

La prima norma fondamentale che orienta la rinnovata strutturazione didattica delle Unità di apprendimento, ponendo il focus attentivo non sull’insegnamento, ma sull’apprendimento dello studente è il DPR 275/1999. Nella prospettiva della personalizzazione, già l’art. 1 del DPR 275/99 afferma che l’autonomia scolastica si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana.

Con la riforma Moratti (L.53/2003) si passa dagli obiettivi specifici di apprendimento nazionali agli obiettivi formativi personalizzati e si affida alla responsabilità professionale dei docenti la progettazione di Unità di Apprendimento (UdA) con i relativi obiettivi formativi personalizzati. La normativa segna dunque la discontinuità con l’unità didattica e il rapporto egemone della disciplina e dei suoi contenuti, per la messa a sistema degli elementi determinanti la crescita culturale e la responsabilità personale e sociale dello studente. Così si giunge al D.L.vo n. 226/2005, che integra i rifermenti precedenti, ponendo in relazione le UdA con il PECUP. Le indicazioni nazionali per i Licei (D.I.7 ottobre 2010, n.211) e le Linee guida per il triennio degli istituti tecnici e professionali (Direttiva 1 agosto 2012, nn. 69-70) identificano i traguardi di competenza, seppur in maniera nettamente dissimile.  Il DpR del 29 ottobre 2012, n. 263 riformula l’impianto organizzativo del II livello, ribadendo la centralità della progettazione di unità di apprendimento, correlate ai livelli e ai periodi didattici, necessario riferimento per il riconoscimento dei crediti. Nell’articolo 7 della Legge 107/2015 sono definiti come obiettivi formativi prioritari “la valorizzazione e il potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all’italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell’Unione europea, anche mediante l’utilizzo della metodologia Content and Language Integrated Learning. Infine, annoveriamo il Decreto legislativo 13 aprile 2017, che ha dato risalto alla progettazione curricolare di unità di apprendimento interdisciplinari nella realtà degli istituti professionali.

 

Un reticolo a maglie fitte

Il concetto di competenza definisce il criterio regolativo fondamentale nella strutturazione di unità di apprendimento interdisciplinari del sistema di istruzione di secondo livello e orienta l’impianto curricolare, dall’identificazione del profilo in ingresso alla certificazione e attestazione dei risultati di apprendimento. Ciascuna disciplina, con le proprie specificità contenutistiche, il proprio linguaggio, il proprio statuto epistemico, concorre alla definizione del curricolo integrato, che prevede la pianificazione delle mete e degli obiettivi da conseguire, l’analisi delle evidenze, l’implementazione e la valutazione dell’intero iter di insegnamento. La progettazione formativa di unità di apprendimento orientate verso traguardi di competenza trasversali ci permette di riconoscere in filigrana le due logiche sottese ai modelli, la personalizzazione e la circolarità, che assicurano la ricorsività delle proposte operative come garanzia dell’efficacia degli interventi. La logica reticolare, che si costituisce con la varietà di discipline e approcci, permette di superare la linearità del sillabo, per intrecciare a maglie sempre più fitte le possibilità offerte dalla conciliazione integrativa dei contenuti, dalla loro generalizzabilità e coesività, dalla rivisitazione dei livelli, affinché sia possibile strutturare reti cognitive sempre più estese. 

 

Un percorso a ritroso ovvero la struttura dell’UdA interdisciplinari

La struttura delle unità di apprendimento si ancora a una salda impalcatura fondativa, che è frutto dell’analisi degli elementi contestuali (la classe, i livelli di partenza, soluzioni organizzative, disponibilità risorse e spazi) e dei prerequisiti connessi al percorso da dipanare nelle diverse discipline, per attivare le risorse cognitive, motivazionali e affettive che sottendono il pieno esercizio della competenza. Strutturare il compito formativo partendo dai risultati attesi e dal modo con cui possiamo verificarli, chiarisce il rovesciamento della prospettiva pedagogica per obiettivi, egemone dagli anni Settanta, e l’affermarsi della progettazione a ritroso (Understanding by Design), come criterio per la pianificazione di esperienze didattiche personalizzate e significative.

Definiti gli obiettivi e i risultati desiderati in termini di competenza, verranno determinate le evidenze di accettabilità utili a verificare i livelli di apprendimento, seguirà la pianificazione delle esperienze didattiche nella cornice interdisciplinare. La riflessione sul repertorio di metodi e sull’apparato strumentale connoterà le esperienze formative nell’orizzonte di senso dell’apprendimento costruttivista, che favorisce il protagonismo dello studente nella costruzione del suo percorso formativo, attingendo a strategie induttive, sperimentali o collaborative, di ricerca  e di costruzione del proprio sapere, anche in relazione agli altri. Qualunque sia l’iter che lo studente decida di intraprendere, bisognerà occuparsi con attenzione e non trascurare i tre momenti essenziali per la riuscita del progetto:

  1. a) la fase identificativa dei risultati di apprendimento, in cui si stabiliscono ex ante i criteri e i metodi di valutazione;
  2. b) la fase analitica delle evidenze attraverso cui determinare la classificazione dei livelli raggiunti;
  3. c) la fase attuativa di pianificazione delle esperienze.

In sintesi, l’Unità di Apprendimento (UdA) consente di superare l’idea mono sequenziale del processo di insegnamento, attraverso approcci disciplinari integrati, a tasselli variamente componibili, rispondenti alle plurime esigenze e condizioni di apprendimento. Essa rappresenta un segmento, più̀ o meno ampio e complesso del curricolo, che propone agli allievi di affrontare gli aspetti di competenza (e ovviamente delle sue articolazioni in abilità e conoscenze), attraverso l’azione e l’esperienza.

Fiorella Di Donato – Redattrice giorgimi.edu.it

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Note

1)Franco Lanza in G. GETTO, Vita di forme e forme di vita nel «Decameron», Ed.· Petrini, Torino, 1958, pp. VIII-313. Si tratta dunque di un rapporto di necessità, quasi un a priori costitutivo dell’espressione delle novelle, che nella cornice trovano il loro ideale compimento.

2) Il Profilo Educativo configura la crescita dei giovani come il frutto dell’incontro “fra un patrimonio di conoscenze e di abilita e l’autonoma elaborazione che ogni giovane e chiamato a dare per la propria realizzazione e per il progresso materiale e spirituale della società” (D.Lgvo 226/2005, PECUP, p. 2).

3)DpR  del 29 ottobre 2012 ART.5 comma 1 paragrafo c: […] “Tali unità di apprendimento rappresentano il necessario riferimento per il riconoscimento dei crediti”

4)David P. Ausubel, Educational psychology: a cognitive view, New York: Rinehart & Winston, 1968 trad. it. Educazione e processi cognitivi. Guida psicologica per gli insegnanti, Milano: Franco Angeli, 1998.

5)WIGGINS G., MTIGHE, Fare progettazione. La teoria di un percorso didattico. Per la comprensione significativa, LAS Roma, 2004.